Il complesso monastico Golia è costituito dalla chiesa dedicata alla “Ascensione”, dalla torre, dal muro di cinta con quattro torri circolari agli angoli, il serbatoio d’acqua, la casa con colonne ove soggiornò temporaneamente Ion Creangă ed il priorato con la cappella “La cinta della Madre di Dio”.

Il nome proviene dallo scribacchino Ioan Golia il quale, a metà del XVI secolo, costruì un luogo di culto. Con il passare del tempo, il monumento andò in rovina, però tra 1650-1653, il principe moldavo Vasile Lupu costruì la chiesa come la vediamo oggi. Nel 1672 furono aggiunte quattro torri circolari di fortificazione e rinforzato campanile. Nel 1855, il tentativo dell’abate Meletie, di sopraelevare di 20 metri la torre si rivelò un fallimento, le crepe ed il rischio di collasso determinarono, nel 1900, dopo l’intervento del re Carlo I, il ripristino delle dimensioni iniziali della torre.

Lo stile architettonico della parte esterna è influenzato dal tardo Rinascimento, uno stile che arriva a Iaşi dalla Galizia: edificio classico in blocchi di pietra levigata, vegliato da colonne corinzie (con capitelli a foglie d’acanto) e cornicione merlato sostenuto da una console. Sul tetto vi sono numerose torri, torrette e cupole disposte in fila sorrette da molle sovrapposte, chiamate kokosniki. Le guglie ottagonali e le torrette presentano decorazioni valacche e motivi orientali.

Le porte d’accesso verso il portico e verso la navata sono circondate da una bella scultura in marmo, con lo stemma della Moldova. Nella pavimentazione del pronao, si trova la lapide più lavorata, realizzata in marmo bianco che è di Sultana (1753), moglie del principe Constantin Racoviţă, tumulata nello stesso luogo del feretro con le spoglie dei fondatori, Ioan e Ana Golia. Tra i preziosi oggetti rinvenuti nel pronao spicca il lampadario con il monogramma di Vasile Lupu (BBZM) e quattro candelieri posti davanti all’altare, donazioni del Principe. Il lampadario nella navata centrale è un regalo da parte dello zar Pietro il Grande che visitò la chiesa nel mese di giugno 1711 e fu profondamente colpito dalla sua maestosità. La pittura originale realizzata da un maestro di nome Matei si conserva solo nel portico. L’affresco della navata risale al 1754 ed una parte, sia della navata, sia dell’altare, venne restaurata nel 1838. All’ingresso, sulla parete del pronao la pittura votiva raffigura i fondatori, verso il nord il principe Ieremia Movilă e la famiglia Golia e, a sud, è raffigurata la famiglia del principe Vasile Lupu.

All’entrata si trova la Torre del monastero, alta 29 metri. Essa è strutturata in tre piani, stanze segrete, e una scala con 120 gradini. Il campanile è l’unico in Romania ad avere un terrazzo superiore aperto al pubblico. Negli anni venne utilizzato per l’accesso alle mura di guardia, prigione, sede degli archivi, ed oggi, nelle sue sale, vengono ospitate mostre d’arte. Accanto alla torre-campanile si trova il primo acquedotto di Iaşi con una fontana turca all’esterno, costruita intorno al 1805 durante il regno di Alexandru Moruzi dove, nel 1990, iniziò ad andare in onda Radio Trinitas. La casa con le colonne del sec. XVIII secolo, dove visse temporaneamente Ion Creangă, ospita un piccolo museo etnografico dedicato allo scrittore.


Ion Creangă a Golia

Lo scrittore Ion Creangă arrivò a Iaşi nel 1855 e frequentò il Seminario Teologico presso il monastero di Socola, la prima scuola secondaria in lingua romena. Sposò la figlia del sacerdote della Chiesa 40 Santi Martiri in Copou, ricevendo un lavoro come corista nella stessa chiesa grazie alla sua voce di tenore calma e piacevole. Più tardi fu ordinato prete e trasferito alla Chiesa Bărboi. A seguito della riorganizzazione dei monasteri si trasferisce a Golia dove, nel 1866, ricevette anche un alloggio. La richiesta di divorzio della moglie sospettata di avere una relazione con un altro sacerdote, non fu vista di buon occhio dal clero, che lo accuso di essersi tagliato i capelli e di aver sparato alle cornacchie nel cortile del monastero nonché di essere andato a teatro. Dopo aver aperto una tabaccheria, nel 1872, fu scomunicato dalla chiesa, per essere poi riabilitato postumo nel 1993.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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