La chiesa ortodossa San Nicolae Domnesc (Principesco) è il più antico luogo di culto a Iaşi. La sua costruzione fu completata nel 1492, parte di una serie di luoghi di culto fatti erigere dal sovrano Ştefan cel Mare. Venne completamente restaurata tra 1884-1904 dall’architetto francese André Lecomte de Nouy.

Il nome della chiesa di “San Nicola Principesco”, venne scelto per distinguerla da altre chiese con lo stesso Santo patrono. Vi furono incoronati molti principi della Moldova, dopo il trasferimento della capitale da Suceava a Iaşi nel 1564. Nel corso degli anni subì danni causati da incendi e terremoti, essendo più volte restaurata. La chiesa fu chiusa dopo il passaggio del sultano Mehmed IV a Iaşi (20-28 luglio 1672), in viaggio verso la Polonia. Dopo i successivi restauri eseguiti dal principe Antonie Ruset nel 1676 vennero aggiunti alcuni muri di cui tracce sono ancora visibili oggi. L’incendio del 1725 devastò la chiesa che rimase una rovina fino 1758, quando fu completamente restaurata dal principe Ioan Teodor Callimachi.

Si arriva all’attuale aspetto dopo importanti lavori di restauro sotto la direzione dell’architetto francese Lecomte de Nouy a partire dal 1884. All’inizio dei lavori, la chiesa era due volte e mezzo più estesa di adesso a causa di ampliamenti effettuati nel tempo con l’aggiunta di più pertinenze e altri due altari laterali. Nel XIX secolo, la chiesa venerava cinque Santi patroni e la messa veniva celebrata in ciascun altare, simultaneamente in tre lingue: greco antico, slavo e romeno. L’architetto francese decise la demolizione del complesso a causa delle pessime condizioni della muratura, e la ricostruzione della sola chiesa di Ştefan cel Mare. Anche se vi furono dei tentativi di riproduzione fedele dell’edificio originario, la chiesa attuale è più alta rispetto all’originale, e non sono presenti contrafforti. Nei luoghi dei due altari, oggi scomparsi, si trovano due crocefissi.

Questa chiesa fa parte della serie di chiese cittadine costruite da Ştefan cel Mare caratterizzate dall’ampiamento del naos e dalle absidi laterali che danno alla chiesa forma di croce. Fu costruita con pietra grezza e pietre intagliate agli angoli. All’esterno la chiesa ha delle arcate incorniciate da file di mattoni scoperti, delle nicchie con 282 immagini di santi e filosofi precristiani, e una serie di dischi smaltati sotto il cornicione che riproducono alcuni sigilli moldavi. La peculiarità di questo stile può essere ritrovata anche nelle chiese erette da Ştefan cel Mare a Vaslui, Dorohoi, Bacău, Botoşani o Hârlau.

Durante il restauro, la parete di separazione tra il naos e il pronao fu sostituita da una serie di archi, aumentando così lo spazio dedicato alle messe. L’affresco fu realizzato nel 1900 dai pittori francesi Boris Bernard, Emile Picot e P. Mauretal in stile neoclassico sostituendo l’originale affresco bizantino. All’ingresso della navata si osserva la il quadro votivo di Ştefan cel Mare insieme alla famiglia da un lato e, dall’altro lato il quadro della famiglia reale: re Carol I di Hohenzollern e sua moglie Elisabetta con la figlia, il principe ereditario Ferdinando e futura Regina Maria con i loro due figli. Le scene della vita di San Nicola (di Mira), un grande vescovo della chiesa cristiana in Anatolia nel secolo XIV, sono testimonianze dell’esempio esso che offre al mondo intero. La scena più importante è quella dove San Nicola scende dal camino in casa di tre povere fanciulle per fornire un sacchettino con dei soldi in dote per il matrimonio. Questa scena sarà alla base dell’usanza di porre dei regali nelle scarpe dei bambini il 6 dicembre, giorno in cui si festeggia San Nicola, o della leggendaria figura di Babbo Natale, noto nella cultura cristiana occidentale come Santa Claus (Nicholas). Le decorazioni interne, i toni caldi, l’ambiente intimo e lo speciale coro durante la liturgia offrono al visitatore un’esperienza indimenticabile.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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