Cinque strade che partono da vari punti della città si incontrano in Târgu Cucului: Cuza Vodă, Costache Negri, Elena Doamna, Cucu e Sărărie. Fino al 1800, si chiamava “Borgata della farina” situata alla periferia della città. Più tardi fu chiamato “cuculo”, un nome metaforico che rappresenta un luogo dedicato al commercio o mercatino delle pulci dove i venditori potevano evitare di pagare le tasse (doganali) delle fiere, praticando un commercio ai limiti della legalità. Se le prime famiglie vi si stabilirono nel 1650, l’immigrazione di un’importante comunità di ebraica nel quartiere avvenne dopo il 1830. In questo periodo il principato Moldova varò i Regolamenti Organici ed il diritto di libero scambio, insieme alla crescente influenza dell’impero zarista nella regione.

Târgu Cucului univa le persone attraverso la povertà e la fede, non era ospitale per le persone ricche. Sembra essere stata una “città nella città”, soprattutto perché alcuni ebrei erano buoni commercianti e le strade erano tutti i giorni affollate.

Durante la settimana, i commercianti ebrei stavano davanti ai loro negozi attirando i clienti, a differenza di altri commercianti che i clienti li attendevano all’interno. Anche se determinati a spendere nulla, alcuni passanti non potevano resistere alle offerte. Di sabato, quando gli ebrei cessavano qualsiasi attività, l’atmosfera era mantenuta dai commercianti cristiani romeni o armeni. I negozi di alimentari e le sartorie dominavano l’area. I libri si vendevano molto bene, soprattutto nella stagione invernale, quando il freddo invitava tutti davanti ai caminetti. Più tardi, si svilupparono le caffetterie, le pescherie che attiravano con delizie varie, le taverne trasformate alla sera in sale da ballo. La vita prendeva forma nel quartiere dominato dalla comunità ebraica. Iniziavano le conferenze e le domeniche da ballo con spettacoli di jazz e il numero impressionante di sinagoghe e scuole fecero della borgata Târgu Cucului un vero e proprio centro culturale. La mensa e il cinema Gheltzer con la sala ToynbeeHall, dal nome della società culturale, si trovavano dall’altra parte della strada rispetto alla sede della Comunità Ebraica, all’incrocio delle linee di tram. L’edificio fu costruito per sfamare i bambini bisognosi, però funzionava anche come cinema, sala da ballo e sede di associazioni. Questo edificio che diventò il laboratorio della cultura yiddish in Romania, fu demolito negli anni ’80.

I rinomati ebrei tradizionalisti, chassidici, si distinguono per il loro tipico abbigliamento: il caftano, cappello e basette lunghe. Le feste ebraiche oppure cristiane rappresentavano momenti di gioia, soprattutto per i bambini, che assaggiavano le prelibatezze specifiche di ogni cultura. Questa interculturalità si notava anche a Capodanno degli Alberi (Tu Bishvat) quando i bambini ebrei andavano a piantare un albero nei cortili degli altri abitanti, dato che le aree verdi nel quartiere erano molto poche. Il conglomerato di edifici, di stradine strette e tortuose e le decine di sinagoghe, allestite nelle case normali, rendevano unica l’atmosfera.

La Seconda Guerra Mondiale trasformò lo spirito di quartiere, prima, a causa deli orrori durante il pogrom nel 1941, poi dei bombardamenti che distrussero molti abitazioni, infine dell’esodo della popolazione verso lo stato di Israele dopo la sua creazione nel 1948. Si registrò un crollo della popolazione di origine ebraica che abbandonò sinagoghe, scuole ed alcune abitazioni, veri gioielli architettonici.

Successivamente, il regime comunista cominciò a plasmare la nuova immagine del quartiere, attraverso la demolizione delle vecchie case, la riprogettazione delle strade e la costruzione di abitazioni collettive nello spirito specifico del regime. I piani non furono completati, perciò, ora si possono vedere vasti aree verdi o abbandonate. Dopo la rivoluzione del 1989, la zona riprese vita grazie alla presenza di piccoli commercianti, l’ammodernamento delle aree verdi e l’edificazione un nuovo Palazzo di Giustizia. Oggi si possono contare sulle dita di una mano le case ebraiche nel famoso quartiere Târgu Cucului, però si è conservata la più antica sinagoga in Romania.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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