Partendo da Piazza dell’Unità, cuore della città, verso Târgu Cucului (Borgata del Cuculo), l’anima della vecchia comunità ebraica, arriviamo nella vecchia “strada Golia”, oggi strada Cuza Vodă. Il palazzo Braunstein, ovvero, l’imponente edificio a cupola in Piazza dell’Unità, fu innalzata del costruttore ebreo Adolf Braunstein nel 1914 sul luogo dei suoi ex negozi, siti all’inizio della strada Cuza Vodă. La leggenda narra che desiderava possedere un edificio più imponente del Palazzo Cuza, oggi il Museo dell’Unità. L’edificio era in origine un lussuoso albergo, poi sede di banca e poi di negozi. Il palazzo fu bombardato nel 1944, scosso dai terremoti ed indebolito dal passare del tempo. Durante l’era comunista fu utilizzato come immobile di edilizia sociale, e, al piano di sotto vi erano le gallerie d’arte “Cupola”. A fianco, i visitatori sono affascinati dalla bellezza dell’edificio dell’hotel Select. Nel 1865, il banchiere austriaco ebreo, Jacob Neuschotz, diventa famoso in città per la sua filantropia. Nasce così, grazie alla fede, alla sua generosità e al suo contributo finanziario, l’unico tempio ebreo riformato, “Beth-Jacob” costruito vicino a casa sua. Il tempio fu distrutto da una bomba nel 1944 e poi demolito. L’hotel Select, chiamato anche il Palazzo Neuschotz, spicca per il suo stile eclettico francese caratteristico degli 1900, con un gruppo di statue antropomorfe al livello della cupola e con una balconata riccamente decorata.

In passato, l’area adiacente alla strada Cuza Vodă fu dominata dalle proprietà e dai palazzi della grande aristocrazia di Iaşi, come la famiglia Cantacuzino Pascanu (attuale Stato Civile), Balş-Sturza (Palazzo della Posta) Cantacuzino (presso l’ex Camera di Commercio), Balş (Università delle Arti), principe Grigore Ghica (edificio della maternità Cuza Vodă), Ghica Calimachi (l’edificio vicino al Monastero Golia) etc. Dopo aver ottenuto il diritto di libero scambio nel 1830, su questi terreni, verso la strada, furono costruiti edifici stretti, con due o tre livelli e cantine e attaccati tra loro, sedi di vari negozi. I commercianti ebrei aprirono in zona numerosi negozi di scarpe, abbigliamento, sartorie, antiquariato, etc., e, questo spirito si mantenne sino ai giorni nostri. Alcuni edifici vicino al Palazzo della Posta sono realizzati nello stile art nouveau con decorazioni varie, volti d’angeli, altorilievi di divinità, motivi vegetali e conchiglie arrotolate come un documento arricchito con il monogramma dei proprietari che rispecchia l’antica tradizione di quei commercianti. Nel 1925, sul lato opposto, fu costruita un’ala della Camera di Commercio in stile neo-romeno, oggi sede delle compagnie di assicurazione e di un teatro indipendente. Dopo il 1948 gli ebrei lasciarono le loro case e il regime comunista le trasformò in alloggi sociali per le persone vulnerabili o di etnia rom, decisione che porto ad un ulteriore loro degrado.

Come in passato, una passeggiata lungo la stretta via richiama l’attenzione verso le vetrine dei negozi, allestite per attirare i passanti.


L’inno di Israele e inno di Iaşi

La cultura romena e quella ebraica si sono influenzate reciprocamente nel corso del tempo. Il testo dell’inno ebreo- Hatikva (Speranza), originariamente chiamato Tikvatenu (la nostra speranza), fu scritto nel 1878 da Naftali HerzImber poeta ebreo errante, nativo della Galizia, durante il suo soggiorno a Iaşi. La melodia fu, invece, composta nel 1888 da Samuel Cohen di Ungheni (ora Repubblica Moldova), dalla canzone popolare moldava “carro con i buoi”.

La melodia dell’inno di Iaşi, “Iaşi, orgogliosa città” si basa sulla canzone popolare russa ebraica “Tumbalalaika”. Il testo yiddish descrive la storia di un giovane brillante che cerca una moglie su misura inventando indovinelli per testare la sua intelligenza.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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