La via prese il nome dal principe Alexandru Lăpuşneanu, il quale, nel 1564, trasferì la capitale della Moldova a Iaşi. Fu denominata “strada serba” fino al 1873 quando divenne il vicolo dei ristoranti all’aperto, delle passeggiate e dei mercanti, essendo nota come la “strada della gioia”. L’affollamento era dovuto alla presenza di pasticcerie (dello svizzero Tuffli), librerie di antiquariato e negozi eleganti, con prodotti di qualità, spesso importati da Liov/Lviv (Lemberg) e Leipzig (Lipsia). La fama della zona spinse gioiellieri, sarti con atelier di lusso, birrai (Bragadiru) o profumieri a vendere i loro prodotti nella “zona commerciale della città”. Tra gli edifici caratteristici della strada si nota quello della famiglia Walter, situato sul luogo della odierna piazza Eminescu, all’estremità della strada Lăpuşneanu. L’atelier del sarto francese Carol Walter si trovava al primo piano dell’edificio e, il piano terra, ospitava la libreria decorata con gli specchi dell’ebreo Haifler che legava gratuitamente i libri. Più tardi funzionò qui la libreria Moldova, proprietà di Mina Ornstein, anche lei ebrea, che forniva strumenti per disegnare, scrivere e per studiare, l’attrazione principale erano le macchine da scrivere. Nelle vicinanze, si trovavano i negozi dei fotografi Zechariah Weiss, Solo Rosenthal, Hartwig Chaland, L. Flachnerau, che immortalarono grandi personalità del tempo, insieme al celebre fotografo ungherese Nestor Heck che fotografò Mihai Eminescu. Intorno al 1860 erano famose le cantine di David Bercu Finkelstein chiamato dagli amici Nonno Berl, le cui stanze profumavano di moscato e basilico. Al piano terra della casa Istrati (oggi Galleria d’Arte UAPR) funzionò negli anni ’30 un famoso negozio di moda delle sorelle Zilberstein. Il negozio Weinstein portò a Iaşi e le famose scatole musicali e i giradischi che furono un incanto per gli abitanti. Tra il 1933-1939, di fronte al ristorante Corso funzionò il cinema Roxi aperto da Moritz Marcovici. Dal famoso pittore ebreo Jean Ackerman che possedeva un rinomato negozio di antiquariato nel 1940, la tradizione si trasmise oggi a Dumitru Grumăzescu, il più noto antiquario di Iaşi. Egli conosce i segreti di una città in cui vissero gli ebrei e, chi varca la sua soglia, fa un tuffo nel passato.
Romeni che hanno salvato ebrei
Durante il Pogrom, sei persone a Iaşi rischiarono tutto per salvare i loro amici, vicini o colleghi ebrei. Per le loro azioni, l’istituto di Yad Vashem di Israele li conferì il titolo “Diritto tra i popoli”.
– Dr. Dumitru Beceanu – Farmacista, nascose 20 persone in soffitta, mentre l’esercito occupava una stanza. Il dottor Beceanu fornì con cibo, denaro e medicinali all’ospedale ebreo.
– Elizabeth Nicopoi-Strul – lavoratrice nel tessile, ospitò oltre 20 ebrei in un magazzino. Fu arrestata e picchiata mentre portava vestiti e cibo agli ebrei mandati ai lavori forzati.
– Nona Pântea – giurista, aveva nascosto 6 persone nella sua stanza. Impedì alle pattuglie di entrare, dicendo che il luogo era già stato controllato.
– Grigore Profir – ingegnere, capo del mulino Dacia. Sentendo parlare dell’arresto e l’uccisione degli ebrei, richiese più operai ebrei al mulino. Picchiato e minacciato perché protestò contro il loro arresto, Profir riuscì a salvare oltre 100 persone.
– Constantin Simionescu – decano dell’ordine degli avvocati di Iaşi, rifiutò di licenziare gli avvocati ebrei. Affittò un appartamento a Iaşi e poi uno a Bucarest per dieci persone espulse.
– Mircea Petru G. Sion – avvocato, diventò consulente legale per la comunità ebraica nel 1941, riducendo le pene o annullando le sentenze antisemite. Nascose 18 ebrei e liberò molti anziani e malati dai lavori forzati.
Nel percorso Stazione- Râpa Galbenă (Ripa Gialla), due incroci furono chiamati Piazza “Diritti tra i Popoli” e la Piazza “Martiri ebrei del Pogrom del giugno 1941”.
Traduttrice – Mihaela CUCU