A partire dal XVIII secolo germogliò a Iasi il desiderio di creare un istituto di istruzione superiore. Nel 1640 nel cortile del monastero Tre Gerarchi, il principe Vasile Lupu istituì la Schola Basiliana.
Nel 1714 nacque a Iasi l’Accademia Reale e, nel 1835 venne fondata l’Accademia Mihăileană (del Principe Mihail Sturza), che aveva due facoltà – diritto e filosofia. Nel 1860, con decreto del Principe Alexandru Ioan Cuza e con il supporto del ministro Mihail Kogălniceanu venne creata l’Università di Iaşi, la prima istituzione accademica moderna del paese.
All’inizio, la prima sede dell’Università di Iasi (“Vecchia Università”), ospitò le prime tre facoltà – Filosofia, Giurisprudenza e Teologia, cui successivamente si aggiunsero le facoltà di Scienze e di Medicina col tempo, lo spazio diventando insufficiente. Per tali motivi, nella sede originale rimase solo la facoltà di Medicina, mentre le altre facoltà si trasferirono nel 1897 nell’attuale sede, chiamata il Palazzo dell’Università, in Copou. Questo edificio fu costruito sul luogo del grande Teatro Nazionale (distrutto da un incendio nel 1888) e venne inaugurato nel 1897 alla presenza del re Carol I e della Regina Elisabetta. Durante la prima Guerra Mondiale il Palazzo ospitò le sedute del Senato, e fu sede dei ministeri della Guerra e della Pubblica Istruzione, della Croce Rossa e degli Esploratori. Negli anni 1933-1937 l’ala sud dell’edificio è stata ampliata in modo simmetrico e venne costruito il timpano centrale ed una scala monumentale. Nel 1942, l’Università prese il nome del suo grande fondatore. Durante i bombardamenti del 1944, l’edificio fu pesantemente danneggiato e, di conseguenza, proposta la demolizione, invece, su insistenza di professori e uomini di cultura, venne decisa la sua ricostruzione.
La costruzione sorprende per dimensioni e architettura. Il palazzo fu costruito dall’architetto svizzero Louis Blanc, in stile eclettico francese, combinando lo stile classico e barocco. Davanti all’Università vegliano le statue del grande storico di A.D. Xenopol (rettore dell’Università) e del primo ministro Mihail Kogălniceanu (con due altorilievi che rappresentano il ruolo svolto nell’elezione di Cuza nel 1859 e la riforma agraria del 1864). L’atrio principale al pianterreno, lungo 130 metri, ha l’affascinante nome “Sala dei passi perduti”. Le 19 nicchie sono splendidamente decorate con gli affreschi del pittore surrealista Sabin Bălaşa. Essi riflettono lo spirito nazionale e culminano a nord con l’affresco “Omaggio ai fondatori“. Alexandru Ioan Cuza è dipinto al centro della composizione, circondato dai suoi più vicini collaboratori (Mihail Kogălniceanu, Costache Negri Garabet Ibrăileanu etc.) o dai seguaci dell’università (il rettore A. D. Xenopol) e, curiosamente, dall’oppositore di Cuza e dell’Unità, lo studioso Gheorghe Asachi. Quest’ultimo fu il promotore dell’Accademia Mihăileană a Iasi, anticipatrice dell’Università, poeta che scrisse le leggende storiche (Dochia e Traiano, Ştefan cel Mare) da cui deriva l’ispirazione cosmologica degli affreschi nella Sala. In totale, la scena, con le 12 figure che circondano Cuza, simboleggia una “Ultima Cena”, durante la quale venne fondata l’istruzione superiore moderna.
La vecchia ala (a destra) è caratterizzata da due gioielli architettonici: L’Aula Vecchia e la Biblioteca, – una delle più belle al mondo, oggi appartenente alla Università Tecnica “Gheorghe Asachi” e la nuova ala (a sinistra) contiene l’Aula Magna Mihai Eminescu dominata dall’affresco di Sabin Bălaşa “La galassia dell’amore“. Oggi, l’Università comprende 15 facoltà, un Centro di Studi Europei e numerosi centri di ricerca, con circa 23.000 studenti e 850 insegnanti, e ha ottenuto il riconoscimento internazionale per l’eccellenza e l’innovazione in materia dell’istruzione e della ricerca.
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Iaşi – Capitale durante la Guerra
Il 6 Dicembre 1916, l’esercito tedesco occupò Bucarest e la pubblica amministrazione e molti civili si rifugiarono a Iasi. La cittadinanza e gli altri moldavi ebbero una notevole partecipazione alla resistenza romena nel periodo 1917-1918. Più di 300.000 rifugiati furono ospitati in una città di circa 70.000 abitanti e con le risorse esaurite. La presenza sia a Iaşi, sia sul fronte della missione francese guidata dal generale Henri Mathias Berthelot contribuì alla riorganizzazione dell’esercito rumeno dopo aver perso il controllo del sud della Romania. Vicino all’Università, sulla strada che porta il suo nome, si trova la casa dove visse il generale. L’angelo sorridente con barba e baffi su cui appoggia il balcone ricco di decorazioni attira l’attenzione dei passanti. La Regina Maria, chiamata anche la “madre dei feriti” dopo un soggiorno di due settimane nel treno reale che sostava nella stazione Grajduri, stabilì la sua dimora al Palazzo Cantacuzino-Paşcanu (ora Palazzo dei Fanciulli), dove sostava anche IV Corpo d’Armata. La Regina fu da sempre vicino ai soldati stanziati in città e alloggiati in decine di scuole superiori e istituti di Iasi, che furono trasformati in ospedali, in uno dei quali si trovava l’eroina Ecaterina Teodoroiu. Ai feriti in battaglia si aggiunge l’epidemia di tifo che devastò la Moldova lasciando centinaia di migliaia di morti. Inoltre, nella stazione di Ciurea vicino Iasi, il 13 gennaio 1917, avvenne il più grande incidente ferroviario nel mondo in quel periodo. Persero la vita oltre 1000, rifugiati e soldati, che viaggiavano (nelle carrozze e sopra queste) in un affollatissimo treno, scappando da Brăila a seguito della conquista della città da parte dei tedeschi. Dopo l’avvio a Iaşi del percorso che portò alla realizzazione della Grande Unità del 1 dicembre 1918, il Re Ferdinando tornò vittorioso a Bucarest e Iaşi rimase solo il simbolo della resistenza nazionale.
Traduttrice – Mihaela CUCU