L’Epitropia (amministrazione) dell’ospedale Israelita, fondata nel 1827, acquistò nel 1841 governatore Mihalache Cantacuzino una locanda sulla strada Albă, l’odierna strada Elena Doamna. L’autorizzazione di costruire fu rilasciata sotto la condizione di costruire un bellissimo edificio antincendio. La costruzione fu realizzata in pietra, nel sobborgo dominato da piccoli edifici in legno e mattoni di argilla.
L’ospedale, chiamato inizialmente hekdes, attraverso l’amministrazione e le donazioni, diventò nel corso del tempo, uno dei più importanti della città, sia per gli ebrei, sia per gli altri abitanti. Nel 1889 fu visitato dal re Carol I. Nel 1930 curava circa 2.200 pazienti e realizzava più di 650 interventi all’anno.
Vi funzionò anche la maternità Israelita, fondata nel 1878, sotto il patronato della prima società delle donne israelite a Iaşi. Il finanziamento avveniva grazie alle donazioni e il funzionamento era basato sul volontariato svolto da medici ed infermieri, i quali curavano annualmente più di 400 donne.
Sembra che l’Ospedale Israelita aveva personalità giuridica distinta dalla comunità ebraica e questo fu utile quando le leggi divennero restrittive per la popolazione di origine ebraica. Quando la comunità ebraica ebbe delle difficoltà nell’acquisto dell terreno per il cimitero Păcurari in quanto si trovava all’interno di un comune rurale dove gli agli ebrei non era concesso possedere la terra, fu l’Ospedale Israelita ad acquistare l’appezzamento di terreno per il cimitero.
Dopo il 1948, l’edificio e le pertinenze dell’ospedale furono nazionalizzati. Fino al 1974 funzionò quale ospedale pediatrico per, poi, diventare l’ospedale di Ostetricia e Ginecologia “Elena Doamna” di Iaşi, com’è noto ancora oggi, prendendo il nome dalla consorte del primo Principe della Romania, Elena Cuza.
L’edificio è costruito in stile neoclassico con pilastri e cornicioni decorativi intorno alle finestre. L’ingresso, che si trova in piano secondario, ha un frontone triangolare con base semicircolare. Un obelisco di fronte all’ospedale ricorda il passato di questa ex istituzione ebraica.
L’obiettivo non è visitabile
Cimiteri ebraici a Iaşi
Il vecchio cimitero Ciurchi, conosciuto anche come “Al muro” fu il primo cimitero ebreo in Romania. Venne fondato nel XV secolo (una delle iscrizioni risale al 1467) e chiuso nel 1880 per mancanza di posti. Il cimitero si estendeva su cinque ettari, circondato da muro spesso e alto tre metri. C’erano migliaia di pietre tombali con antiche iscrizioni nell’ebraico antico, specifiche dell’arte orientale e tombe d’onore per i rabbini. Nel 1943, a seguito degli ordini del maresciallo Ion Antonescu, furono soppresse 21.900 tombe antiche, motivando con la necessita di costruire alloggi per le vittime delle alluvioni. I giovani ebrei furono costretti a distruggere i luoghi ancestrali dei loro antenati. Il muro di cinta fu demolito e le lapidi utilizzate per rinforzare i crinali o la pavimentazione delle strade. Dopo la guerra, i membri della comunità cedettero il terreno per la realizzazione del Parco Ciurchi, che ricorda il vecchio cimitero con una targa commemorativa.
Il “nuovo” cimitero Păcurari realizzato nel 1881 e ampliato nel 1936, raggiunse un’estensione di 26 ettari e oltre 150.000 tombe. Verso la strada provinciale Păcurari si preserva ancora l’ingresso monumentale e un portico del 1881. Il cimitero include l’area degli eroi ebrei caduti nella Prima Guerra Mondiale, il monumento dedicato ai 311 ebrei uccisi a Sculeni nel 1941, la tomba del 36 ebrei massacrati nella foresta Vulturi nel 1941, un ossario realizzato nel 1943 trasferendo le spoglie dal vecchio cimitero Ciurchi e dalle fosse comuni del Pogrom di Iaşi (giugno 1941) insieme al monumento a forma di vagoni, che suggeriscono i “treni della morte”.
Traduttrice – Mihaela CUCU