Negli anni ’30, Iaşi ospitava oltre 100 case di preghiera. Oggi, solo due sono ancora attive. A causa della rapida evoluzione della comunità ebraica nel XVIII secolo, la maggior parte delle sinagoghe funzionavano nelle case, senza una particolare architettura. Esse erano organizzate in in corporazioni, tuttavia, tre di loro erano più importanti: la Grande Sinagoga in Târgu Cucului, la Grande Sinagoga in Podu Roş e la Sinagoga in Păcurari, le ultime due di essendo demolite durante l’urbanizzazione comunista. Gli ebrei moldavi erano principalmente ashkenaziti, discendenti delle comunità medievali dell’Europa centrale, e che parlavano l’yiddish – considerato un dialetto tedesco. A Iaşi era presente anche la corrente religiosa chassidica con i leader spirituali considerati sacri (ţadikimi), dove migliaia di ebrei venivano per ricevere la benedizione.

La storia della più antica sinagoga in Romania inizia nel XVI secolo. Nel 1671, la Grande Sinagoga fu eretta sulle rovine di un luogo ebreo di preghiera del 1580 che andò distrutto in un incendio. La parola “sinagoga” deriva dal greco e significa “riunire”. L’artefice della costruzione di questo edificio fu Nathan (Nata) ben Moses Hannover, talmudista, cabalista e storico proveniente dall’odierna Ucraina. Prima di diventare rabbino a Iaşi, aveva studiato a Praga e Venezia. Egli è conosciuto per il suo “Yewen Meẓulah” (1653), che descrive la rivolta dei cosacchi guidati dai Bogdan Hmelniţki del 1648-1649 e la persecuzione degli ebrei in Polonia e Russia, raffigurando un vivo quadro di quel periodo. Hannover è considerato uno degli storici più importanti del XVII secolo.

La costruzione di un luogo di preghiera mosaico a Iaşi non fu facile. I documenti del tempo raccontano che nessun altro edificio poteva essere più alto rispetto alle chiese, e, le sinagoghe non potevano essere costruite in pietra. Per tali ragioni la prima sinagoga a Iaşi fu realizzata in legno. Nel 1671 venne dato permesso per la costruzione di una nuova sinagoga in pietra e la soluzione fu quella di costruire un sotterraneo di un metro di profondità, per renderlo l’edificio più imponente del quartiere ebreo, come voleva la legge ebraica. Inoltre, questa decisione fu motivata anche da un versetto salmico trasposto nell’architettura: “Dalle profondità che ti ho chiamato, Signore”.

L’architettura presenta influenze eclettiche e mette in contrasto l’interno barocco con la sobrietà dell’esterno. L’edificio spicca per la grandezza della cupola (diametro 10 m), costruita nel 1914 sul lato est, con la stella di David in punta. Sono altresì degne di nota sia le finestre, sia le porte snelle. L’edificio fu danneggiato dal fuoco e dai terremoti, acquisendo la forma attuale dopo il 1761. Al fine di resistere nel tempo, la sinagoga fu costruita con pareti ini pietra e mattoni. Si entra scendendo pochi scalini. All’interno, i grandi lampadari dominano la stanza e inquadrano il pulpito. Un arco centrale attraversa la sala principale da un’estremità all’altra come un arcobaleno sulle piccole panchine. La nicchia contenente i rotoli sacri (Aron Kodesh) fa parte di un pannello di legno intagliato, dorato e dipinto, risalente al 1864, adesso sottoposto al restauro. Dal 2008 sono iniziati i lavori di ristrutturazione totale della Sinagoga, e le cerimonie religiose trasferite presso la sede della comunità ebraica, poi alla Sinagoga Merari.

Nel 1976, nel parco di fronte alla Grande Sinagoga fu posto un obelisco che commemora le vittime del Pogrom, e nel 2015, la piazzetta fu denominata “Piazza dell’amicizia romeno-israeliana”. Sulla strada Stihii, ubicata nelle vicinanze, in passato vi erano sette sinagoghe, insieme ad altre decine di case di preghiera.

Orario visite: L’obiettivo è nella fase finale di ristrutturazione.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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