Il monumento fu progettato dall’artista Vasile Leondar si e inaugurato nel 2010 nel parco della chiesa “Mitocul Maicilor” (chiesetta delle suore).

Si possono vedere tre persone, in ginocchia, affrante dal dolore e con le manette ai polsi, simbolo di tutte le vittime del sistema concentrazionario durante la Romania comunista.

Le più raccapriccianti prigioni per i metodi di tortura applicati agli oppositori del regime erano a Gherla, Aiud, Sighet, Pitesti, Suceava o Râmnicu Sărat. Le persone sospettate di complottare contro il regime, cosi come coloro che prima del 1944 avevano ricoperto incarichi di stato, coloro che erano membri di altri partiti, come pure quelli provenienti da famiglie benestanti che si erano opposti alla confisca delle terre e delle proprietà, finivano nei sotterranei della Securitate, nelle carceri per i detenuti politici oppure ai lavori forzati. Il più grande cantiere dove furono mandati centinaia di migliaia di lavoratori e detenuti politici, fu il Canale Danubio – Mar Nero, costruito tra il 1949 e il 1984.


Testimonianza dall’Inferno

Lì, apprezzavi tutto il dono Dio. Amavi l’aria che, in una cella sovraffollata, la cercavi per un paio di secondi, a turno, con il naso nella fessura della porta […]. Ricordo che ad Aiud avevo un calendario sulle mie dita […] e capii che la Pasqua era proprio quella notte. Senza pensare alle ripercussioni iniziai a gridare: “Cristo è risorto!” e, subito, da tutte le celle, inizio a diffondersi verso il cielo la meravigliosa canzone […]. Risuonava la città di Aiud dal richiamo della speranza, dal nostro grido di gioia, guardie sgomente […] spaventate dalle nostre voci unite, dalla forza spirituale della fede che nessuna finestra sbarrata può fermarla.” Il prete Adrian Făgeteanu.

 

Cittadini di Iaşi prigionieri politici

Gheorghe I. Brătianu, figlio del primo ministro romeno Ion I.C. Brătianu, fu uno degli intellettuali nel mirino dell’epurazione comunista. Come direttore dell’Istituto di Storia Universale di Iaşi, attirò l’attenzione sul pericolo rappresentato dall’ingresso delle truppe sovietiche in Romania e fu chiamato a farne parte del governo Antonescu. Venne rimosso dalla cattedra nel 1947, arrestato nel 1950 e mandato nel carcere di Sighet. Non sopportando più il cruccio della detenzione, si impiccò nel 1953.

Dumitru Iov, direttore del Teatro Nazionale di Iaşi tra il 1942-1944 nonché famoso poeta e scrittore, la sua vita si concluse tragicamente nel carcere di Gherla nel 1959 dopo essere stato arrestato nel 1956 per “cospirazione e agitazione pubblica”.

Anton Durcovici, ex vescovo della Diocesi romano – cattolica di Iaşi tra il 1947 e il 1949. Fu considerato un nemico del regime comunista in quanto sopportava la gente nell’attaccamento alla fede. Venne arrestato, picchiato e maltrattato per un anno in arresto nella sede di Securitate a Bucarest. Nel 1950 fu trasferito nel carcere di Jilava e nel 1951 a Sighet. Scheletrico, nudo, pieno di ferite e di sangue, trovò il potere di confortare i 15 prigionieri nella cella. Per questo motivo, il vescovo fu gettato in una cella d’isolamento, senza luce, calore, cibo o acqua e morì il 10 dicembre 1951. Nel 1990, il vescovo romano- cattolico Petru Gherghel di Iaşi avviò il processo di canonizzazione di Anton Durcovici e il 17 maggio 2014, fu beatificato a Iaşi con una solenne cerimonia.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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