Dal Monastero Frumoasa si scorgono sull’altra collina le torri di un monastero che, sembra nascosto tra gli alberi. Dalla base del colle, la strada si snoda attraversando una foresta, per raggiungere poi i grandi vigneti che, una volta, occupavano tutte le alture della zona.
Il Monastero Cetăţuia, situato sull’omonima collina, veglia sula città con la sua silhouette slanciata. Concepito originariamente come un complesso medioevale di fortificazioni, il monastero fu costruito dal Principe Gheorghe Duca. Servì come rifugio per molti principi moldavi, tra cui Dimitrie Cantemir durante la guerra russo-turca del 1710-1713, Mihai Racoviţă durante la battaglia con l’esercito austriaco comandata dal capitano Ferentz (1717). Nel XVIII secolo, parte del muro occidentale crollo per una frana e il monastero fu adibito, in alcuni periodi, a magazzino dell’esercito turco (1788) o come ospedale militare dell’esercito russo (1788-1792 e 1806 -1812). Oltre alla distruzione causata dalle guerre, i terremoti, gli incendi e l’incuranza distrussero il complesso monasteriale. Quest’ultimo prese fuoco nel 1822, quando i turchi incendiarono alcune case vicine. Alla fine del XIX secolo, il monastero diventò un relitto, descritto con tristezza dagli scrittori Alecu Russo, Vasile Alecsandri, Nicolae Iorga come deserta, una rovina con le mura logorate. Fu parzialmente restaurata nel 1910-1911, e, durante la Prima Guerra Mondiale, trasformata in ospedale militare. Nel 1911, il famoso aviatore Aurel Vlaicu sorvolando la città con l’aereo da lui stesso costruito, fece diversi giri sopra il monastero. La famiglia reale, in visita a Iaşi, vi ammirò l’aereo costruito dal pilota stesso. Nel 1930, su iniziativa di Nicolae Iorga, furono restaurate la chiesa e le stanze del monastero, restauro seguito poi da ulteriori consolidamenti tra il 1964 e il 1971.
Il monastero era circondato da alte mura in pietra, bastioni e torre di guardia, con una torre monumentale all’ingresso e quattro torri di difesa agli angoli. Il campanile (1670) ha lo stemma moldavo, scolpito in pietra, posto tra due incavi circolari dotati inizialmente di cannoni. Sopra vi è un mosaico orientale che rappresenta la Madonna con il bambino.
La chiesa, con i Santi patroni Pietro e Paolo (1672) fu costruita nel periodo 1668-1672, dall’architetto Gregorio Cornescul e rappresenta la versione semplificata del Monastero Tre Gerarchi. Si nota la cintura mediana intrecciata e le torri ottagonali con una base quadrata ed una base a stella, ma senza il merletto in pietra come a Tre Gerarchi. L’interno spicca per gli affreschi del 1673 meglio conservati nel portico, accanto a quelli restaurati nel XIX secolo. Ad est, si trova Cuhnea Domnească (l’ex bagno principesco), l’unico di questo tipo preservato in un complesso di monasteriale. Sul versante meridionale vi è l’Egumenia (casa dell’egumeno) con la sala gotica “Anastasia Doamna”, con elementi di architettura in stile Brâncoveanu. Originariamente fu dipinta in affresco e ospitava il consiglio segreto del Principe. Nel seminterrato vi sono cantine che ospitano l’enoteca del monastero ove si organizzano degustazioni di vini. Sul lato occidentale vi è la Casa Principesca con il Museo Monastico. Questo edificio servì come rifugio per la famiglia regnante e per i monaci del monastero nei momenti di bisogno. Di seguito si trova l’area di cellette (peri i monaci), che ospita la torre chiamata “Cena del Pellegrino”, da cui si può contemplare lo splendido panorama sulla città.
Le leggende dicono che sotto il monastero vi sarebbero decine di cantine e tunnel segreti, e, che, uno di essi condurrebbe direttamente alla Corte Principesca del Palazzo della Cultura, facilitando così la rapida evacuazione di quelli in pericolo.
Traduttrice – Mihaela CUCU