La chiesa Bărboi fu costruita tra il 1841-1844 dal Gran Cancelliere Dimitrie Sturdza, sul luogo di una chiesa edificata dal governatore Ursu Bărboi nel periodo 1613-1615.
Essa è opera dell’architetto Andrei Caridi, aiutato dagli artigiani Atanasie e Gheorghe. I Santi patroni della chiesa sono i Santi Apostoli Pietro e Paolo, celebrati ogni anno il 29 giugno.
La chiesa Ursu Bărboi fu trasformata in monastero nel 1669 e dedicato al monastero di Vatopedi sul Monte Athos. A causa del deterioramento per via delle intemperie e dei terremoti (in particolare quello del 1829), i discendenti del fondatore della famiglia Sturdza decisero di restaurare la chiesa dalle fondamenta. Qui fu sepolto nel 1842 il principe moldavo Ioniţă Sandu Sturdza, primo sovrano romeno del Principato della Moldova dopo l’epoca fanariota. Vi sono sepolti anche altri membri della famiglia Sturdza, così come il poeta Alecu Russo. Tra il 1863 ed il 1865, il diacono Ion Creangă visse nella casa parrocchiale prima di essere trasferito al monastero Golia.
La chiesa si ispira dall’architettura greco ortodossa avendo una forma rettangolare. Presenta altresì degli elementi bizantini: l’alternanza di blocchi di arenaria con cinture in mattoni oppure il piano trilobato delle navate, e gli elementi neoclassici della facciata. Sul tetto vi sono piccole torrette intorno ad una torre centrale sopraelevata. All’interno della chiesa, l’influenza greca si osserva attraverso l’iconostasi ampliata e le scritte in greco. Alcuni architetti contemporanei considerano che la chiesa sia unica nella penisola balcanica grazie all’armonia delle arcate interne sorrette da colonne in marmo di Carrara. Il dipinto è eseguito con la tecnica dell’affresco, in stile rinascimentale, con i santi rappresentati in grandezza naturale.
All’ingresso si trova il campanile di forma snella, realizzato in pietra scolpita, dotato di un ingresso ad arco in mattoni e articolato su quattro livelli. Il primo livello è la volta di accesso nei locali del monastero, il secondo e il terzo livello ospitano le campane, e nel quarto si trova l’orologio. La casa parrocchiale all’interno riproduce il modello delle case tradizionali moldave.
I danni causati nella zona dal terremoto del 1977 legittimarono il regime comunista nella loro azione di demolizione di chiese e monumenti. Molte chiese furono nascoste dietro i nuovi palazzi condominiali ed inosservabili dalla strada. Si dice che i piani regolatori prevedevano la costruzione di un edificio proprio tra la torre-campanile e la chiesa, invece Chiesa Bărboi sopravvisse, fu restaurata e riconsacrata nel 1988.Dal 1990 venne rinnovata la tradizione locale del pellegrinaggio degli Stâlpari, ogni sabato di San Lazzaro (di Larnaca). Durante questo pellegrinaggio, migliaia di fedeli, giovani, studenti e sacerdoti di Iaşi si riuniscono in chiesa per andare in processione verso la Cattedrale Metropolitana, portando l’icona di Gesù Cristo.
I greci fanariota a Iaşi
Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, molti principi di Valacchia e Moldova diventarono benefattori di alcuni monasteri sul Monte Athos. Nel frattempo, nobili, funzionari e mercanti greci (famiglie Cantacuzino, Paleologu, Caragea etc.) si rifugiarono nei due principati romeni, ricevendo incarichi prestigiosi. Durante il periodo fanariota, i principi moldavi erano nominati dal sultano tra i membri dell’aristocrazia greca nel distretto Fanar di Istanbul. Un certo numero di chiese costruite a Iaşi furono dedicate al Monte Athos – Golia, Bărboi Tre Gerarchi etc. con l’obiettivo politico di sostenere la comunità greca di Iaşi. Quest’ultima diede un’importante serie di insegnanti e professori, e la prima tipografia greca iniziò a funzionare nel 1681 a Cetăţuia.
Traduttrice – Mihaela CUCU