L’edificio, costruito nel 1831 (nel luogo di una delle case del 1816 del boiardo Roset Roznovanu), fu in origine la residenza di una delle più grandi famiglie di nobili di Iaşi, denominata la Casa Dimitrie Ghika o Casa Roset.

All’inizio del ventesimo secolo funzionò come banca e negozio di pianoforte. Nel periodo 1916-1918, quando Iaşi divenne capitale durante la guerra, la casa ospitò alcune riunioni del governo romeno. Con l’avvento al potere del regime comunista nel 1947, l’edificio diventa sede della Securitate (sicurezza dello stato). È conosciuto come un luogo dove i dissidenti furono spesso torturati a causa del coraggio di opporsi ad un regime tirannico. Nella maggior parte dei casi, venivano interrogati per giorni senza cibo e acqua, o ricattati con la minaccia di punire i famigliari. La maggior parte di questi erano intellettuali e studenti. Si sentivano le urla provenienti dall’interno, ed i passanti preferivano attraversare la strada. È così che nacque la superstizione secondo la quale gli studenti che passavano sotto il portico non passavano uno o più esami. Da qui il popolare nome dell’edificio “il portico dei rimandati”.

Questa casa signorile fu costruita in stile neoclassico romeno o, con un terrazzo e colonne che sostengono la balconata. Una caratteristica particolare di questo edificio è il marciapiede del corso Carol I che passa attraverso l’edificio. La scala semicircolare interna conduce ad uno spazio dinamico che ospita una galleria d’arte e una caffetteria molto popolare tra i giovani della città, allestita nell’antica sala da ballo dell’edificio. Le gallerie Caffetteria Meru si propongono come fulcro nel sociale, un atelier di collaborazione in cui si possono confrontare le idee creative. L’allestimento dell’interno fu realizzato da un gruppo di designer e architetti del Circolo degli Ideatori grazie ad un lavoro di restauro e di trasformazione di vecchi elementi d’arredo o delle attrattive decorazioni. Per l’ingegnosità della squadra, Meru è stato incluso nella Mappa Designist della Romania. Questo luogo, lasciato in rovina per molti anni, nell’ultimo periodo ha acquisito un ruolo culturale e creativo, nonostante l’aspetto dell’edificio non sia stato restaurato/migliorato. Durante il periodo comunista numerosi edifici sono stati abbandonati e lasciati andare in rovina a causa della politica di nazionalizzazione che portò alla confisca dei beni delle classi abbienti mentre, dopo la caduta del regime, a causa del lungo processo di restituzione ai vecchi proprietari. Fortunatamente, alcuni spazi sono stati affittati dalle associazioni di artisti o dalle caffetterie e sono rinate. Attraverso il pubblico che arriva numeroso in questi luoghi considerati abbandonati, gli artisti attirano l’attenzione sia della cittadinanza, sia delle autorità sulla storia, l’architettura l’importanza dei vecchi edifici in città.


Securitatea ed il Meccanismo del terrore

Gli inizi del regime comunista comportarono notevoli cambiamenti nell’ordine sociale con la trasformazione dei valori e, soprattutto, della mentalità nello spirito del socialismo. Tra il 1945 e il 1964, i meccanismi dell’indottrinazione furono estremamente violenti per coloro che si opponevano al cambiamento. Decine di migliaia di intellettuali, studenti o kulaki (contadini benestanti) furono arrestati e torturati dalla Securitate al fine di dominarli attraverso la paura ed ottenere delle informazioni. Veniva usata la punizione fisica: duramente picchiati, denutriti, incarcerati in condizioni disumane, ma anche torturati psicologicamente, la minaccia di arrestare e di torturare i famigliari. I detenuti venivano, quindi, obbligati a firmare dichiarazioni di aver commesso fatti inventati.

Traduttrice – Mihaela CUCU

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